Summonte. La torre angioina
Itinerario
Summonte. La torre angioina
Si sale su una delle torri angioine meglio conservate e restaurate dell’Italia meridionale per godere della posizione strategica che fece sorgere qui, tra i monti d’Irpinia, il borgo medievale di Summonte. Non è un caso che proprio sub montis, sotto il monte, ovvero alle pendici del Partenio, sia stata fondata questa roccaforte militare che doveva controllare il territorio. Lo fece bene, a giudicare dall’armamentario custodito nel piccolo Museo civico. Antiche lance, ronche, enormi forconi e mazze ferrate armarono fanti e cavalieri che calpestarono le vie acciottolate del centro storico, oggi luogo delizioso in cui è piacevole perdersi.
Procedendo di curva in curva si assecondano le ondulazioni del paesaggio irpino appena a nord di Avellino e in breve si giunge al piccolo borgo di Summonte. Di antica fondazione, la località sorge alle pendici sud-orientali del massiccio del Partenio, sub montis appunto, in amena e panoramica posizione. Passeggiando per il centro si riconosce senza fatica l’impostazione medievale: stradine tortuose, vicoletti, slarghi tra case in pietra e palazzetti con sobri portali, a formare un piccolo nucleo urbano a ridosso del Castello dei Malerba. L’elemento principale della rocca spicca e affascina anche da lontano: è la torre cilindrica in pietra calcarea, costruita nell’XI secolo, portata alle forme attuali nel periodo angioino e restaurata con un intervento che ha incluso la sistemazione del giardino circostante. Col suo profilo bianco che si staglia sui contorni delle montagne, la torre è il simbolo del borgo. Al suo interno si può visitare il Museo civico, che espone armi risalenti al XV secolo, da quelle più semplici come ronche e forconi fino alle terribili mazze ferrate e alle lance in dotazione al corpo di guardia del castello. Nella raccolta si possono riscoprire alcuni giochi che i militari utilizzavano per ingannare le lunghe giornate da trascorrere all’interno della torre. Summonte è anche sede del Parco regionale del Partenio, presso i cui uffici è possibile recuperare informazioni sulle possibilità escursionistiche dell’area, ricca di noccioleti e ameni castagneti, che si arrampicano sulle pendici delle montagne per cedere poi il passo alle faggete d’alta quota, dove il paesaggio è dominato dalle forme carsiche. Il parco, istituito nel 2002, si estende su circa 15 000 ettari e comprende ventidue comuni.