Geoparco del Beigua
ENTE PARCO
Piazza Beato Jacopo 1 e 3, Varazze (SV)
Tel. 0194512050
info@parcobeigua.it
www.parcobeigua.it
Si chiama Beigua l’imponente dorsale montuosa che si staglia alle spalle di Varazze, tra Genova e Savona: è una montagna di modesta altitudine, di poco inferiore ai 1300 m, ma inserita in un territorio, il Geoparco del Beigua, che vanta eccellenze nel paesaggio, nella flora, nella fauna e nell’archeologia, e il cui patrimonio geologico, costituito in prevalenza da rocce metamorfiche dette ofioliti o “rocce verdi”, è tutelato dall’Unesco. Si tratta di un comprensorio di 26 km di crinali montuosi a due passi dalla Riviera Ligure che racchiude estese foreste di faggi, roveri e castagni, fitte pinete, praterie e preziose zone umide d’alta quota. In questa zona si possono ammirare specie di fiori come la Viola bertolonii e il Cerastium utriense e alcune curiose specie faunistiche minori come il colubro lacertino, il tritone alpestre e la rana temporaria. Sparse sul territorio del Geoparco vi sono inoltre importanti tracce antropiche di arte rupestre lasciate da cacciatori e pastori, mentre lungo i percorsi più inaccessibili e nascosti alla vista dell’uomo, vive ancora indisturbato qualche esemplare di lupo.
PRATOROTONDO
Al centro del Geoparco, nei pressi del Rifugio Pratorotondo, sullo spuntone di roccia sporgente che indica il primo stop del Sentiero Natura dell’Alta Via dei Monti Liguri, le giornate più limpide regalano panorami da sogno che abbracciano le cime montane dalle Alpi Apuane alle Alpi Liguri. Alzando lo sguardo, di fronte, verso il mare, si scorge invece lo specchio acqueo compreso tra Varazze, Cogoleto e Arenzano dove, se si è fortunati, oltre al profilo dell’Elba e della Corsica, capita di vedere le sagome affusolate di delfini e balene che si muovono leggeri fra le onde. Continuando a camminare sul sentiero in falsopiano che segue lo spartiacque tra i versanti tirrenico e padano, si raggiunge la Casa della Miniera, a quota 1078 m, dove un tempo cercavano riparo gli operai addetti all’estrazione del ferro. È questo un punto panoramico per osservare da vicino gli affascinanti “blockfield”, distese di pietre di forma tubolare, con spigoli arrotondati, formatesi in seguito alle fratture della roccia e all’erosione dei torrenti.
IL SENTIERO ARCHEOLOGICO
In località Torbiera del Laione, tra Piampaludo e Pratorotondo (o Pra’ Riondo), ci s’inoltra nel Sentiero Archeologico del Parco, un percorso ad anello di circa 3 km con modestissimo dislivello, che documenta, attraverso i diversi tipi d’incisioni ritrovate dagli archeologi nei boschi del Beigua e presso le sorgenti, la frequentazione umana del luogo già in epoca preistorica e fino all’Età Moderna. Si parte dai massi in cui compaiono intagli fusiformi, detti anche “affilatoi”, impiegati per lame litiche in pietra verde, forse utilizzate in Età Neolitica da pastori e cacciatori, per poi proseguire con incisioni a carattere antropomorfo raffiguranti guerrieri e figure femminili dalla capigliatura a raggiera, di datazione ancora incerta. Proseguendo si scoprono anche simboli cruciformi e a disegni particolarmente elaborati, che indicano la cristianizzazione dell’area e la presenza in epoca medievale dei monaci. All’epoca si svolgevano infatti veri e propri pellegrinaggi sulla cima del Monte Beigua, luogo aspro e impervio, pervaso, con le sue frequenti nebbie e le sferzanti bufere, da un’atmosfera di profonda solitudine e di spiritualità.