Parco Naturale Delle Capanne di Marcarolo (Lerma)
ENTE DI GESTIONE DELLE AREE PROTETTE DELL'APPENNINO PIEMONTESEVia G.B. Baldo 29
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Istituito nel 1979, il Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo si estende sull’ampio altopiano incastonato tra le alture dell’Appennino Ligure-Piemontese. A dominare la successione dei rilievi di modesta altitudine è la piramide del Monte Tobbio (1092 m) che si staglia al centro del territorio, anche se la vetta più alta è quella del gruppo montuoso delle Figne (1172 m) nella parte orientale del parco. L’ambiente protetto gode di un clima particolare per la confluenza di correnti marine e montane che ha favorito il radicamento di una flora molto ricca e varia, con specie rare come la Drosera rotundifolia, una pianta carnivora presente nelle zone umide, diverse orchidee selvatiche, la Rosa gallica, il tulipano selvatico, il Cerastium utriense e l’astro alpino. Camminando per i sentieri non è raro udire l’abbaiare dei caprioli che difendono ostinatamente il loro territorio o veder volteggiare nell’aria rapaci più o meno comuni, tra cui due meravigliosi migratori, il falco pecchiaiolo e il biancone, divenuto simbolo del parco. La principale ricchezza dell’area protetta è però l’acqua che scorre copiosa nei laghi artificiali del Gorzente e della Lavagnina e nei principali torrenti – Gorzente, Piota, Ponzema, Stura, Lemme – con i loro affluenti. Per far conoscere la cultura contadina di questi luoghi è stato allestito, nella frazione Capanne di Marcarolo, l’Ecomuseo di Cascina Moglioni con i diversi ambienti adibiti ad abitazione, a stalla per gli animali e a ricovero per gli attrezzi e per il fieno, che un tempo veniva riposto nelle tipiche “barche” di legno con il tetto in paglia (per verificare il calendario delle prossime aperture contattare telefonicamente). In prossimità dell’ecomuseo, sempre nel territorio comunale di Bosio, si trova la zona monumentale della Benedicta, sorta per ricordare il tragico eccidio di settantacinque partigiani avvenuto in quei luoghi nella primavera del 1944.
SENTIERO DEL MONTE TOBBIO
Partenza: Valico degli Eremiti (m 560)
Arrivo: Vetta del Monte Tobbio (m 1092 m)
Tempo di percorrenza (1.40 ore)
Il sentiero parte in località Valico degli Eremiti, di fianco all’omonima Chiesetta. Si sale lungo una mulattiera che s’inerpica dolcemente descrivendo ampi tornanti attraverso un’area popolata da pini neri e sorbi montani, ravvivata dalle macchie di colore dell’erica e segnata dal profumo intenso della dafne e del narciso selvatico. A quota 856 m si raggiunge l’ampia e panoramica sella erbosa del Passo della Dagliola, spesso battuta dal vento, che mette in comunicazione la valle del rio Lavezze con i bacini del rio Vergone-Gorzente. Si seguono ancora le indicazioni per il Monte Tobbio attraversando ambienti di quota sempre più alta tra pini e arbusti che si fanno spazio tra le rocce. L’ultimo tratto della salita si snoda tra i prati e i pascoli sommitali, dove tra la primavera e l’estate fioriscono le orchidee selvatiche, l’astro alpino e il Cerastium utriense, fino a giungere alla Chiesetta-rifugio di Nostra Signora di Caravaggio in cima al Monte Tobbio (1092 m), incantevole punto panoramico da dove lo sguardo può spaziare dal Mar Ligure fino alla Corsica.
SENTIERO DEL GORZENTE
Partenza: Ponte Nespolo (m 507)
Arrivo: Diga del lago Bruno (m 660)
Tempo di percorrenza (1.15 ore)
Il sentiero costeggia la sponda sinistra del Gorzente inoltrandosi in un’area boschiva ombreggiata da aceri e sorbi montani, castagni e ciliegi. Si attraversano alcune radure, in prossimità delle quali il torrente crea meravigliose pozze d’acqua trasparente che in estate richiamano bagnanti in cerca di refrigerio. Splendide tra la primavera e l’estate sono le fioriture di narcisi e gladioli palustri nelle zone umide. Si continua lungo il tracciato ammirando sull’altra sponda le acque del rio Vergone e del rio Preadoga che confluiscono nel Gorzente alimentandone la portata. Il tracciato fiancheggia affioramenti rocciosi alternati a piccole spiaggette, ideali per una sosta. Proseguendo sul tracciato, si lascia sulla sinistra il sentiero che conduce al Monte Tobbio e si continua in lieve salita superando resti di antiche costruzioni fino a raggiungere la diga, dalla cui sommità si possono ammirare le acque luccicanti del Lago Bruno, punto d’arrivo dell’itinerario, in un ambiente naturale di selvaggia bellezza.