Veneto
Vittorio Veneto. La via delle Prealpi
Itinerario
Vittorio Veneto. La via delle Prealpi
in collaborazione con
Non serve un particolare allenamento per percorrere in bici la strada che, da nord a sud, unisce l’azzurro lago di Santa Croce a Vittorio Veneto. Bastano passione naturalistica e amore per i viaggi slow. Si parte dalle sponde ventose del lago, punteggiato di vele e surf e frequentato da birdwatcher in attesa di “prede” da catturare con binocoli e obiettivi. Circondati dai monti dell’Alpago e dal Nevegal, si supera Farra d’Alpago, cuore dell’omonimo territorio, e si inizia la lunga discesa nella conca verdeggiante della val Lapisina. Si costeggiano due pittoreschi laghi: il lago Morto, così chiamato perché apparentemente senza immissari, e il lago del Restello, da cui si osserva la medievale Torre di San Floriano, un tempo “vedetta” di Serravalle, il suggestivo borgo del XVI secolo che è anche il cuore storico di Vittorio Veneto.
Immaginando di associarlo a dei colori, il percorso che, andando da nord a sud, unisce il lago di Santa Croce a Vittorio Veneto avrebbe la tavolozza degli azzurri, dei blu e dei verdi, quelli del cielo, delle acque e delle valli che si attraversano, con un tocco di rosso, ocra e terra, quelli degli affreschi che si scoprono una volta arrivati a destinazione. Una tavolozza da scoprire pedalando senza fretta e concedendosi un’immersione in questa porzione di paesaggio avvolgente, che da nordico si addolcisce gradualmente a mano a mano che ci si avvicina alla sezione pedemontana. Partendo da Farra d’Alpago, affacciata sulle sponde orientali del lago di Santa Croce, si assaggia la quieta bellezza dell’Alpago, un territorio che conserva una natura intatta ed è punteggiato di piccoli paesi, alcuni ancora con le tipiche case in pietra un tempo abitate da pastori, boscaioli e artigiani del legno. Da qui si saluta la corona di monti che circonda il lago e si inizia a pedalare lungo la direttrice della vecchia statale Alemagna, per percorrere la discesa nella verde val Lapisina e raggiungere il lago Morto. Il bacino lacustre deve il nome all’apparente mancanza di immissari, anche se in realtà è alimentato da sorgenti carsiche, e costeggiarlo si rivela estremamente piacevole. Poco oltre si stende il lago del Restello, che completa l’ideale tavolozza di azzurri e blu. Sulle sue sponde, vicino a un’area attrezzata, è piacevole fermarsi anche per osservare la medievale Torre di San Floriano, un tempo posta a difesa di Serravalle, punto di arrivo del percorso. Questo borgo, cuore antico di Vittorio Veneto, è un gioiellino murato che incanta con il susseguirsi di viuzze, piazze, chiese e palazzi dalle facciate affrescate e dal gusto tipicamente veneziano, e colpisce per i meschietti, opere idrauliche del XVI secolo poste sul fiume Meschio che lo attraversa.
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