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Puglia

Parco delle Dune costiere. A cavallo tra dune e olivi

Itinerario

Parco delle Dune costiere. A cavallo tra dune e olivi

Experience sostenibile Non sprecare

Una passeggiata a cavallo, a passo lento, è il modo migliore per attraversare i sentieri rupestri e la zona marina del Parco delle Dune costiere, 1.100 ettari e 8 chilometri di costa nei territori comunali di Ostuni e Fasano, entrambi in provincia di Brindisi. Il Parco ha due facce, messe insieme in un unico e raro ecosistema: il distretto rurale e la parte umida destinata all’itticoltura sostenibile. L’antico uliveto è rimasto integro, con i suoi alberi secolari, tra i quali si snodano le file di muretti a secco, e i frantoi ipogei di origine romana e medioevale. Il cuore della zona umida invece è l’impianto di itticoltura composto da 7 bacini e 11 chiuse, che controllano gli spostamenti dei pesci tra gli stagni del fiume Morelli e il mare. Una piccola oasi destinata alla pesca sostenibile, certificata e con metodo biologico.

L’esperienza a cavallo nel Parco delle Due costiere dura circa due ore, durante le quali si passeggia in riva al mare e tra le dune: la parte più bella è la spiaggia Pilone di Ostuni, una delle Bandiere Blu d’Italia.  Da qui ci si avventura nelle aree di campagna, dove, a parte gli ulivi secolari dai quali ancora si ricava un olio extravergine biologico, si incrociano una varietà di habitat naturali che non sono stati minimamente danneggiati dagli interventi dell’uomo. Sono i cavalli, con il loro istinto naturale, che portano il visitatore a contatto con intere distese di orchidee selvatiche, calendula, timo e sulla, una pianta leguminosa dal sapore dolce, di colore rosa shocking. E basta alzare gli occhi al cielo per scorgere, specie in primavera, i falchi delle paludi, le albanelle, le civette, i barbagianni e le upupe. All’altezza della foce del fiume Morelli si trova un impianto per l’itticoltura che risale alla fine dell’Ottocento. Nel periodo della pesca si può partecipare a visite guidate, durante le quali vengono spiegati i metodi dell’itticoltura sostenibile. Anguille e cefali dorati, provenienti dal mare, sono catturati soltanto con l’impiego di nasse e tramagli. Come avveniva nell’Ottocento.

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