Parco del Marguareis. In mountain bike tra camosci e marmotte
Itinerario
Parco del Marguareis. In mountain bike tra camosci e marmotte
Il Parco naturale del Marguareis, con i suoi 8.044 ettari di ambiente alpino esteso tra le alte valli Pesio e Tanaro, in Piemonte, è un paradiso della sostenibilità dove vivere un’esperienza davvero green: raggiungibile in treno con la linea Cuneo-Ventimiglia, il Parco si esplora a piedi o in sella alla bicicletta partendo da Pian delle Gorre, nel cuore del Parco. Il suo territorio ospita un quarto della flora italiana, con oltre 1.500 specie censite, sia alpine sia della macchia mediterranea; ben 4mila caprioli e camosci, contraddistinguono invece la fauna. Lungo l’itinerario sarà possibile sostare e godere della natura, ma una tappa è sicuramente imperdibile: la Certosa di Pesio con l’Ecomuseo dei certosini, che ripercorre la storia degli insediamenti dei monaci nell’area alpina e la loro straordinaria cura per l’ambiente.
Un’avventura sostenibile nel Parco naturale del Marguareis inizia con la scelta del mezzo per arrivarci. E’ possibile lasciare a casa l’automobile, e utilizzare, anche per ridurre l’impronta ecologica dei vostri spostamenti, il treno. Per raggiungere la zona della Valle Pesio, è possibile prendere la linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, e scendere alla fermata di Limone. A quel punto con un sentiero a piedi, oppure in mountain bike, si potrà raggiungere Pian delle Gorre, nel cuore del Parco del Marguareis, punto di partenza del vostro itinerario. Il Parco va scoperto con lentezza, soffermate il vostro sguardo sulle faggete, sui castagneti e sui querceti. Salendo di quota, si potrà incrociare la viola pinnata, della quale se ne conoscono pochi esemplari in tutte le Alpi: le foglie sono disposte a ventaglio e i fiori hanno un colore luccicante che abbaglia. Durante l’intero percorso, si potranno incontrare una serie di animali, i veri custodi del Parco del Marguareis, che qui vivono in assoluta libertà: nei boschi alle quote più basse ci sono cervi e cinghiali; nelle praterie in quota, invece, ci sono camosci e marmotte che, durante l’estate, riconoscerete per i loro fischi acuti che accompagnano il passo degli escursionisti. Una volta arrivati alle pendici del Marguareis si potrà salire verso la cima, dove essere estasiati da un panorama che spazia dalla Corsica al Monte Rosa. Meno faticosa, invece, è la tappa alla Certosa e all’Ecomuseo dei Certosini in Valle Pesio. Quando arrivarono qui, nel 1173, i monaci cercavano “un fertile deserto” in quota, dove dedicarsi all’agricoltura e alla pastorizia. E una volta che divennero stanziali, i certosini si trasformarono nei guardiani del territorio, curando ogni dettaglio dell’ambiente e dell’ecosistema: gli alberi, le piante, i recinti per gli animali, le mulattiere. Un sistema che oggi, parafrasando le origini dell’avventura dei certosini, viene definito dagli studiosi come “un deserto biodiverso”.