Laveno. L’arte della ceramica
Itinerario
Laveno. L’arte della ceramica
Risale al 1856 la nascita della Società Ceramica Italiana, la cui storia s’indaga attraverso le centinaia di pezzi raccolti nel Museo Internazionale del Design Ceramico di Cerro, frazione di Laveno-Mombello, ognuno depositario di un’arte raffinata e di un segreto da rivelare. Si spazia nelle sale del cinquecentesco Palazzo Perabò, attratti dall’originale fattura di terraglie e porcellane, cercando di cogliere le trasformazioni artistiche e le mode tra Ottocento e Novecento: dal Verismo romantico, ricco di toni e sfumature, alle sinuose decorazioni floreali in stile liberty. Vasi, portaombrelli e servizi da tavola firmati da designer di fama internazionale come Guido Andlovitz e Antonia Campi attestano la ricchezza e la varietà dei mezzi espressivi nell’arte ceramica e lo smagliante e fantasmagorico gioco dei colori.
Sfumature brillanti e profili dorati, paesaggi lacustri e stemmi nobiliari: a Laveno si osservano capolavori raffinati e si scopre un importante capitolo di storia della ceramica. Nella primavera del 1856 inizia l’avventura dell’industria ceramica di Laveno con la fondazione della Società Ceramica C.C.R., poi trasformata nel 1886 in S.C.I.-Società Ceramica Italiana e nel 1965 assorbita dalla Richard-Ginori, la cui fortuna è stata legata per oltre un secolo alla produzione di terraglia forte, un materiale resistente e meno prezioso della porcellana, che permetteva di mantenere contenuti i prezzi curando allo stesso tempo qualità e design degli articoli proposti. La storia e le trasformazioni dell’attività ceramica, che ebbero forti legami con le vicende di Laveno e del suo territorio per tutto l’Ottocento e per gran parte del Novecento, sono oggi narrate al Museo Internazionale del Design Ceramico (MIDeC) di Cerro, allestito nel cinquecentesco Palazzo Perabò, a pochi passi dalla riva del lago Maggiore. Nelle sale del piano nobile si ammirano vasi e portaombrelli decorati a mano ed eleganti piatti e servizi da tavola ornati con vivaci vedute del lago o con lo stemma di casa Savoia in blu e oro zecchino. Si ripercorrono le diverse tendenze artistiche e le mode del periodo tra il XIX e il XX secolo, dal Verismo romantico ottocentesco all’enfasi del decoro floreale nel periodo liberty, alla predominanza delle forme e dei colori introdotta nell’epoca déco dall’architetto triestino Guido Andlovitz (1900-1971), sotto la cui direzione artistica la manifattura raggiunse il massimo della fama. Un’intera sala del museo è dedicata alle sue creazioni. Della ceramista e designer Antonia Campi, subentrata alla guida dell’azienda nel 1962, colpiscono l’immaginazione e le tecnologie innovative applicate alla produzione di pezzi ispirati all’inesauribile fantasia della natura, dai sanitari a forma di conchiglia ai servizi da tè dalle divertenti sagome che riproducono galli e galline.