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Lazio

Castelporziano. Natura, mito e storia

Itinerario

Castelporziano. Natura, mito e storia

in collaborazione con Touring Club Italiano

Si fa il pieno di ossigeno lungo i percorsi naturalistici che attraversano la Tenuta presidenziale di Castelporziano, ultimo lembo di foresta rimasta miracolosamente integra, incastonata tra Roma e il Tirreno. Dal fitto bosco alle alte dune si scoprono le attività di tutela del territorio in questa vera e propria arca della biodiversità. Ci si emoziona poi al pensiero che proprio su queste coste Virgilio fece sbarcare Enea in fuga da Troia, dando così il via all’insuperabile epopea di Roma. Galoppando tra mitologia e storia, si scovano resti di ville dei patrizi romani e un borghetto dominato da un castello di stampo ottocentesco, uno dei luoghi simbolici della storia d’Italia, dai Savoia fino all’attuale Presidenza della Repubblica.

«Vario qua e là il paesaggio; giacché a tratti il cammino è stretto a cagione dei boschi che ti vengono incontro, a tratti si attarda e si allarga in vastissime praterie». Non sembra cambiato poi molto il paesaggio descritto da Plinio il Giovane in una lettera all’amico Gallo, in riferimento alla sua villa, i cui resti sono stati individuati all’interno della tenuta. Visitando la Tenuta presidenziale di Castelporziano si attraversa uno spaccato degli ecosistemi costieri che un tempo caratterizzavano tutto il litorale tirrenico. Sessanta chilometri quadrati di verde ricordano l’estensione delle foreste di pianura che, nell’antichità, ricoprivano l’intero Lazio spingendosi a lambire il mare, scampate alla cementificazione e al taglio, nonostante la forte vicinanza alla capitale e alle spiagge. L’esplorazione non si conclude con il bosco, ma si spinge fino alle alte dune costiere, alla stazione di inanellamento dei volatili e al Museo della Storia e della Natura di Castelporziano, fino all’avvistamento di vacche e cavalli maremmani.

Dalla natura alla storia il passo è breve: tutta la lunghissima vicenda dell’Urbe sembra essere passata da questo luogo. E se dello sbarco di Enea si può solo fiutare la leggenda, i resti archeologici e un acquedotto rievocano concretamente le ville destinate all’otium che i patrizi romani e l’imperatore fecero erigere lungo la costa. Si visitano poi il piccolo borgo e il castello, cuore della riserva, tenuta di caccia dei re sabaudi e oggi del Presidente della Repubblica, utilizzata sia come luogo di rappresentanza sia come area destinata ad attività zootecniche e agricole sostenibili.

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