Cesenatico. Il genio di Leonardo e il mito di Pantani
Itinerario
Cesenatico. Il genio di Leonardo e il mito di Pantani
C’è una Cesenatico che vive nel segno del mare e si svela tra i battelli da pesca ormeggiati quasi tra le case. L’anima antica della cittadina si stringe attorno al porto-canale di Leonardo da Vinci, che nel 1502, su incarico dei Borgia, fu chiamato a disegnare il progetto che ha ispirato le paratie delle porte moderne che tutt’ora resistono ai capricci del mare. Tra i pescherecci spiccano le prue decorate e le vele colorate delle imbarcazioni tradizionali, che in passato permettevano la pesca d’altura. Scesi dalle barche storiche si può infine scoprire il mondo della pesca tradizionale nel Museo della Marineria. Poi c’è una Cesenatico che vive nel segno di Pantani, il ciclista conquistatore delle cime, quello che sulle salite spiccava il volo e che è scomparso troppo presto, a 34 anni. Ma la sua fiamma non si è spenta mai e la sua città gli rende onore con lo Spazio Pantani, un museo interamente dedicato a lui e alle sue imprese. E allora, carichi di sentimento e passione, non si può far altro che fare asciugare le lacrime al vento, prendere una bici e arrivare fino a Cesena.
Vele latine dai colori sgargianti, prue decorate al pelo dell’acqua: passeggiare lungo il porto-canale di Cesenatico è come ammirare una coloratissima regata storica. Su una costa bassa e sabbiosa come quella del litorale adriatico, i porti furono sempre pochi e di complessa costruzione. Nel XIV secolo a Cesenatico venne costruito dal nulla un porto-canale di grandi dimensioni, che univa in sé l’utilità di un ormeggio sicuro per le barche commerciali e da pesca e la protezione offerta dalle strutture militari. Nel 1502 giunse sulla costa adriatica Leonardo da Vinci, convocato dal condottiero Cesare Borgia, per studiare eventuali migliorie all’opera. L’attenzione di Leonardo si concentrò sulla possibilità di realizzare delle paratie mobili che, in caso di mareggiate o maree violente, potessero garantire la sicurezza del canale e delle imbarcazioni ormeggiate all’interno. Nei secoli, il porto fu sede di un’importante flottiglia di pescherecci che incrociava sull’Adriatico e apparteneva a differenti famiglie locali, che si distinguevano tra loro grazie alle decorazioni dai colori sgargianti realizzate sulle vele latine delle imbarcazioni. Oggi queste nobili imbarcazioni del passato sono all’ancora come un tempo e visibili dalle banchine del porto-canale. Tutti i segreti e le vicende legate all’epopea della marineria romagnola sono approfonditi nel grande museo dedicato alla navigazione adriatica, ospitato in una moderna struttura realizzata secondo le forme di un antico arsenale tradizionale. Cesenatico però non ci parla solo di tradizioni marinare. C’è anche il ciclismo, che è un po’ una religione da queste parti. Sarà che dal 1971 si svolge la Nove Colli, granfondo di ciclismo di grande richiamo per ciclisti da tutto il globo. Sarà la presenza dei tanti percorsi ciclabili nei dintorni, come quello facile e adatto a tutti che collega Cesenatico a Cesena e ritorno passando per il lungo Savio. Sarà che ogni anno è tappa del Giro d’Italia. Sarà che è la città dell’indimenticabile Marco Pantani, un ibrido tra uomo e supereroe, un mix di fragilità e superiorità. Quel ragazzo dagli occhi languidi pronto a scattare al primo tornante favorevole, all’attacco delle salite più dure per “abbreviare la sua agonia”. Pantani il pirata, Pantani lo scalatore, Pantani contro tutti e a volte contro se stesso. Una mancanza difficile da metabolizzare, forse perché si indaga ancora sulla sua morte, forse perché non ha lasciato eredi. Il ricordo di Marco, come essere umano e come sportivo, vive ancora nel cuore della gente ma si fa più vivo presso lo Spazio Pantani, il museo che racconta di lui e delle sue vittorie.
CESENATICO
Ufficio IAT
Viale Roma 112
visitcesenatico.it