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Abruzzo

Pineto. La torre solitaria

Itinerario

Pineto. La torre solitaria

in collaborazione con Touring Club Italiano
Stupisce per la sua eleganza la torre del Cerrano, che appare improvvisamente sul promontorio lungo la strada che da Pineto conduce a Silvi. Nata per proteggere il porto romano di Hatria, poi scomparso inghiottito dal mare, faceva parte del sistema d’avvistamento costiero del Regno di Napoli e infine fu residenza signorile. Oggi questa torre solitaria ospita il Museo del Mare e l’infopoint dell’Area protetta Torre del Cerrano. Affacciandosi dai merli più alti, si riconoscono le vestigia sommerse dell’antico scalo marittimo e si gode la fantastica vista di un lungo tratto di colline costiere. Scendendo tra le dune della spiaggia, attraverso il Giardino Mediterraneo che circonda la torre, si individuano i resti delle strutture portuali che emergono a riva, abituale punto di sosta di rilassanti passeggiate in riva al mare.
Il percorso sinuoso della strada nasconde alla vista la torre del Cerrano fino a qualche centinaio di metri prima. Le si passa accanto in cima al piccolo promontorio mentre per un istante si rivede il mare e, poco dopo, si parcheggia per raggiungerla a piedi in fondo alla ciclopedonale che corre tra la ferrovia e la spiaggia. Oltre il cancello si percorre il vialetto che sale all’ampia terrazza sul mare da cui la torre s’innalza in tutta la sua eleganza. Negli ultimi tre piani dell’edificio si visita il Museo del Mare, che espone le specie più rare che popolano i fondali di questo tratto di Adriatico, protetto dall’Area marina a cui la torre dà il nome e che si estende fino a 3 miglia nautiche dal litorale e per 7 km lungo la costa. Infine, si sale in cima per godere la splendida vista del litorale bordato dalle colline coperte da vigne e uliveti e coronate da antichi abitati. Ai piedi della torre, un cannone, ricordo dei trascorsi militari dell’ultimo residente, segna l’inizio del percorso nel Giardino Mediterraneo che termina nell’estesa pineta litoranea. Dal giardino si scende in spiaggia attraversando un brevissimo tratto dove la vegetazione spontanea favorisce la formazione di piccole dune. Questo lembo selvaggio è il luogo dove a primavera si può osservare il fratino (Charadrius alexandrinus), un piccolo, grazioso e raro uccello che ogni anno vi nidifica. A riva si notano lunghi scogli che emergono dalla sabbia e s’inoltrano in acqua: sono i resti dell’antico porto di Hatria, l’odierna Atri, le cui parti sommerse si possono esplorare un po’ al largo nuotando a pelo d’acqua. I massi a riva, più o meno affioranti a seconda delle stagioni, offrono un comodo appoggio per chi vuole prendere il sole e sono l’abituale punto di sosta di lunghe e rilassanti passeggiate verso la suggestiva torre solitaria il cui profilo si staglia contro il cielo.
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