Gran Sasso, il gigante addormentato
Itinerario
Gran Sasso, il gigante addormentato
Sul tetto degli Appennini avvolti in una natura potente, dove le cime toccano quasi 3000 metri e gli orizzonti si distendono maestosi. Il Gran Sasso d’Italia si offre con i suoi paesag-gi a volte severi ma mai duri, forti e gentili come le popolazioni che lo hanno percorso e abitato nei millenni. Protetto dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è un luogo prezioso per sportivi ed escursionisti ma conquista anche i cercatori di bellezze auste-re, tra pareti ripide, cime svettanti e paesaggi quasi lunari come nell’altopiano di Campo Imperatore, il Tibet italiano. Bastano pochi chilometri e la natura si fa sfondo per le piazzet-te, i vicoli e le botteghe artigiane del borgo di Santo Stefano di Sessanio e si mescola alla storia medievale di Rocca Calascio, un luogo intatto che ancora evoca signori, cavalieri e briganti.
Il viso, le mani giunte, il corpo disteso. Così si presenta il profilo del Gran Sasso d’Italia, per tutti solo “il Gran Sasso”, evocando la figura di un gigante addormentato, protagonista di tante leggende locali. Impossibile non riconoscerlo, tratteggiato da picchi e cime che cambiano aspetto con le stagioni. È una montagna di primati il Gran Sasso, con il ghiacciaio più meridionale d’Europa, il Calderone, che lotta per non scomparire del tutto, e la cima più alta dell’Appennino, il Corno Grande, che tocca quasi i 3000 metri e già alla fine del Cin-quecento lasciava senza fiato i pochi che si avventuravano lassù, come l’alpinista De Marchi che scriveva: «Pareva che io fussi in aria perché tutti gli altissimi monti che gli sono appres-so erano molto pù bassi di questo». Da quassù, nelle giornate più limpide, si riescono a ve-dere entrambi i mari che lambiscono le coste dello Stivale: il Tirreno e l’Adriatico.
Una montagna mastodontica, antichissima e allo stesso tempo proiettata verso il futuro. Nel-le sue viscere nasconde infatti uno dei più grandi laboratori scientifici sotterranei al mondo in cui i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) sono impegnati nello studio di particelle cosmiche dalle proprietà ancora sconosciute, come i neutrini o le parti-celle di materia oscura, e nell’approfondimento della conoscenza del Sole e dell’intero uni-verso.
A “riunire” al centro le due catene parallele che compongono il massiccio del Gran Sasso, oggi protetto dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è l’altopiano di Cam-po Imperatore, con i suoi orizzonti vastissimi e la capacità di far sentire altrove chi lo per-corre. C’è molto da vivere qui, dalla salita in funivia che porta all’osservatorio astronomico, al giardino botanico e all’albergo in cui Mussolini fu imprigionato fino alla salita al rifugio Duca degli Abruzzi, oltre i 2000 metri, e alla scoperta del cuore dell’altopiano, sui tornanti dolci, perfetti da percorrere anche in moto e in bici.
Ad attraversare queste stesse strade sono stati, per millenni, anche nobili e briganti, pastori e monaci, viandanti e guerrieri che percorrevano queste terre defilate spostandosi tra borghi e rocche. Sembra quasi di poterli vedere, camminando tra le viuzze del pittoresco borgo di Santo Stefano di Sessanio o inerpicandosi verso la fiabesca Rocca Calascio, una cartolina di Medioevo arrivata intatta a oggi.