Castello dell'Innominato (Vercurago)
Località Somasca
Via Don S. Morazzone
castelloinnominato.altervista.org
Condizioni di visita: ingresso gratuito
Si affaccia sulla sponda orientale dell’Adda, appollaiato su una rupe come un avvoltoio che affonda gli artigli nella roccia, «sulla cima d’un poggio che sporge in fuori da un’aspra giogaia di monti, ed è, non si saprebbe dir bene, se congiunto ad essa o separatone, da un mucchio di massi e di dirupi» (Cap. XX). È il Castello dell’Innominato, la cui presenza viene menzionata, quasi con timore, dall’autore dei Promessi Sposi. A lui, il più potente tra i malvagi, Don Rodrigo commissiona il rapimento di Lucia. Nella parte alta del paese di Vercurago, quando si varca la grande porta che conduce al Monastero di San Gerolamo, sembra di entrare in un mondo altro. Un viale di tigli comincia a risalire lento la montagna, fiancheggiato da edicole che raccontano episodi della vita di San Gerolamo. Oltre il Monastero, la strada si stringe, inerpicandosi sulle rocce «come un nastro serpeggiante», quasi un sentiero «che a gomiti e a giravolte saliva al terribile domicilio» (Cap. XX). Non stupirebbe se da un momento all’altro apparisse il concitato viavai dei bravi, o una Lucia quasi morta di paura mentre viene trascinata in cima alla fortezza. Oggi della temibile rocca, le cui origini probabilmente risalgono a un sistema difensivo di epoca carolingia, restano parte della cinta muraria, una cappella affrescata e, nelle giornate limpide, una meravigliosa vista sulla Valle dell’Adda, che all’epoca dei Promessi Sposi separava il Ducato di Milano dalla Repubblica di Venezia. Un panorama che si estende sulla Brianza fino a Monza, dove il rapimento si era compiuto.