Faenza
PRO LOCO-IAT
Via Voltone della Molinella 2
Tel. 054625231
www.prolocofaenza.it
Al limite della pianura romagnola, là dove il fiume Lamone incrocia la Via Emilia fra mare e collina, Faenza mantiene in parte la fisionomia e la vivacità culturale che le diedero i Manfredi, suoi signori fino al 1509, quando la città entrò nei possedimenti dello Stato della Chiesa. Assomigliano a dei capolavori d’arte anche le sue scenografie urbane, le case quattrocentesche dalle belle cornici in cotto, i raffinati palazzi sette-ottocenteschi di corso Mazzini e quelli in stile liberty dai vivaci inserti ceramici. E mentre la maestosa e porticata piazza del Popolo, con i due palazzi medievali del Podestà e Municipale, rappresenta il centro civile cittadino, l’attigua piazza della Libertà, rallegrata dalla massiccia mole del Duomo e dal gorgoglio della fontana seicentesca, ne costituisce il fulcro religioso. Tra gli altri notevoli monumenti del centro storico, i settecenteschi Teatro Masini e palazzo Milzetti, progettati dall’architetto Giuseppe Pistocchi e decorati rispettivamente da Antonio Trentanove e Felice Giani, offrono l’occasione di ammirare la straordinaria eleganza dell’arte neoclassica, mentre la Pinacoteca Comunale consente di ripercorrere sei secoli di arte faentina e italiana. All’opera dello scultore e ceramista contemporaneo Carlo Zauli è dedicato l’omonimo museo che, in linea con la personalità del fondatore, promuove l’arte contemporanea in tutte le sue forme ed espressioni. È bene anche sapere che a Faenza sono ancora attive ben oltre cinquanta tra botteghe e laboratori ceramici, dove artigiani e artisti realizzano oggetti a marchio certificato, in forme e decori che spaziano dalle tradizionali riproduzioni storiche alle sperimentazioni d’avanguardia. Il consiglio è di non fermarsi a osservarne le vetrine, ma di oltrepassarne la soglia per scoprire come mani esperte sanno miscelare tra loro gli elementi primordiali: acqua, terra, fuoco, metalli e minerali.
MIC - MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE
Viale Baccarini 19
www.micfaenza.org
Apertura: aprile-ottobre, martedì-domenica e festivi 10-19; novembre-marzo, martedì-venerdì 10-14, sabato, domenica e festivi 10-17.30
Condizioni di visita: ingresso a pagamento
Non solo le ceramiche faentine nel loro susseguirsi di stili ed epoche, ma anche il confronto e l’incontro tra le culture ceramiche di ogni tempo e continente. Questo è il criterio espositivo con cui è stato allestito il Museo internazionale delle Ceramiche (MIC), il più importante centro di ricerca e di documentazione per la ceramica di tutto il mondo, dall’antichità a oggi. All’interno dei restaurati ambienti dell’ex convento di S. Maglorio, a spiccare è la produzione faentina e regionale italiana in un susseguirsi di stili e soggetti, dall’ispano moresco al vasellame d’amore del Rinascimento, dalle peculiari maioliche a riflessi metallici iridescenti di Gubbio e Deruta alle sfarzose maioliche “istoriate” di Urbino e Casteldurante. I fiori all’occhiello del primo Novecento esposti nel nuovo edificio sono le squisite creazioni liberty di Galileo Chini, mentre la produzione contemporanea europea vanta pezzi di Picasso, Matisse, Chagall, Martini, Burri, Fontana e il divertente elefante a grandezza naturale di Luigi Ontani. Preziose e rare sono anche le collezioni delle ceramiche popolari e devozionali, come il magnifico presepe faentino ottocentesco e le ceramiche precolombiane, islamiche e del Vicino Oriente Antico, che ripercorrono seimila anni di manifatture artistiche siriane e persiane.
CATTEDRALE DI SAN PIETRO APOSTOLO
Piazza della Libertà
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Poderoso esempio del rinnovamento architettonico della città in epoca rinascimentale, la Cattedrale di S. Pietro Apostolo fu innalzata nel 1474 su disegno di Giuliano da Maiano e portata a termine nei primi del Cinquecento. La maestosa facciata, incompiuta, è ricoperta di marmi solo nel basamento. L’interno a tre navate richiama le architetture toscane del Brunelleschi, con l’eccezione dei pilastri alternati alle colonne e dell’ardita sequenza di volte a vela. Alzando lo sguardo verso l’alto, nel transetto, si notano tre grandi tondi in maiolica lavorati dall’officina fiorentina dei Della Robbia e decorati con emblemi dei Manfredi, signori di Faenza. Tra le opere scultoree spicca a sinistra dell’altare l’arca di S. Savino, con rilievi che recenti studi attribuirebbero ad Antonio Rossellino invece che a Benedetto da Maiano (1476), come ricordava il Vasari.