Padova. L’orto del mondo
Itinerario
Padova. L’orto del mondo
Nato nel 1545 come “orto dei semplici”, cioè di piante medicinali, e nei secoli diventato luogo di scienza noto in tutto il mondo, l’Orto Botanico di Padova, Patrimonio mondiale dell’Unesco, riesce ad affascinare chiunque lo visiti, anche solo per una passeggiata tra le quasi infinite tonalità di verde che lo caratterizzano. Si percorre un viaggio dei sensi tra colori intensi e profumi avvolgenti, sparsi su un’ideale tavolozza di seimila piante. Anche Goethe, passato di qui nel 1786, dedicò degli scritti alla pianta più antica dell’Orto, la Palma di San Pietro, che da allora tutti chiamano Palma di Goethe. Aggirandosi tra fontane, statue e aiuole la scoperta è continua, tra piante dai nomi esotici, come il cedro dell’Himalaya, piante velenose e specie rare, come un Ginkgo biloba del 1750 e una magnolia di fine Settecento, tra le più antiche d’Europa.
Protetto idealmente dalle cupole svettanti delle Basiliche di Sant’Antonio e di Santa Giustina, l’Orto Botanico Patrimonio mondiale dell’Unesco, dal 1545 è un luogo di sapere, storia e bellezza nel cuore di Padova. Qui si sono avvicendati botanici, medici, naturalisti e chimici, tutti coinvolti nell’avventura dello studio del mondo vegetale, così multiforme e così legato a quello umano. E qui è passato anche Goethe, che ha dato il nome alla palma più antica dell’Orto, che risale al 1585, e ancora oggi di qui passano studiosi e studenti, appassionati e viaggiatori. Visitarlo vuol dire camminare, guardare, ascoltare il silenzio in piena città. Il percorso si snoda tra alberi monumentali, alcuni antichissimi, collezioni tematiche – tra cui quelle di piante medicinali, velenose e rare – e riproduzioni di ambienti specifici, dalla macchia mediterranea all’ambiente acquatico fino alla serra delle orchidee, con il suo trionfo di colori. Muovendosi tra le serre, le aiuole e le fontane dell’Orto Antico, si raggiunge il Giardino della Biodiversità, una struttura modernissima in cui sono ricreati gli ecosistemi e la biodiversità dei cinque continenti. All’interno della serra si diventa un po’ esploratori, in un viaggio dai poli all’Equatore, attraversando zone tropicali e subtropicali, temperate e mediterranee, fino alle aree desertiche di Africa e Centro America, sperimentando un’insolita lettura del mondo attraverso la lente della biodiversità. Gli ambienti sono inondati di luce, di verde e di odori differenti, e svelano, anche solo a un primo sguardo, l’incredibile ricchezza del mondo vegetale. In parallelo si dischiude la storia affascinante del rapporto antichissimo tra piante e uomo, che investe l’alimentazione e l’edilizia, l’abbigliamento e gli utensili fino alla cura delle malattie e alla religione. Un luogo di studio e scienza riconosciuto a livello mondiale, quindi, ma affascinante e armonioso al punto da conquistare chiunque si aggiri nei suoi viali per visitarlo, per immergersi in un’oasi di verde quiete o per assistere agli eventi pubblici che vi si svolgono.