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Trentino-Alto Adige

Andalo. Balcone aperto sulle Dolomiti di Brenta

Itinerario

Andalo. Balcone aperto sulle Dolomiti di Brenta

in collaborazione con Touring Club Italiano

Di qua o di là? Ad Andalo, borgo di sole e di neve che dissemina i suoi antichi masi in un’intatta conca prativa, l’imbarazzo sta nel dove posare lo sguardo. Da un lato, le imponenti guglie calcaree delle Dolomiti di Brenta e il vasto parco che le comprende invitano gli escursionisti a mettersi alla prova, dall’altra le abetaie della Paganella aprono la strada al comprensorio omonimo, che è un parco giochi per sciatori e sportivi di tutti i livelli. A valle, l’immersione nell’ambiente montano è assicurata da sentieri perfettamente battuti e tracciati, anche lungo il periplo del lago di Andalo, piccolo specchio d’acqua “che va e che viene” a seconda delle precipitazioni. Dismessi scarponi, lamine e racchette, è bello gironzolare per l’intatto abitato di origine medievale, con la piazzetta centrale sorvegliata dal monumento in bronzo di un taglialegna al lavoro, simbolo dell’operosità degli andalesi.

Villaggio, paese, borgo: dare una denominazione precisa ad Andalo non è facile, e lo si intuisce facendo il giro – a piedi o in sella a un cavallo per una passeggiata equestre – dei masi tradizionali che lo compongono e ne punteggiano l’altopiano su cui si adagia, verde in estate e candido in inverno. Come in un ricamo di prati e pietra, i masi, o frazioni, convergono verso il compatto abitato, a sua volta raccolto intorno alla piazza centrale sulla quale campeggia il taglialegna in bronzo che, come recita la frase in dialetto alla sua base “’ntant che pòlsest va a tagljar su legna” – mentre ti riposi taglia un po’ di legna –, esorta gli osservatori a darsi da fare. I primi a “darsi da fare” sulle cime che circondano il paese sono gli appassionati di arrampicate e gli escursionisti, che non sanno resistere al richiamo potente delle Dolomiti di Brenta, comprese nel Parco naturale Adamello Brenta. Nei fitti boschi e intorno alle decine di laghi alpini della più estesa tra le aree protette del Trentino, riconosciuta Geoparco dall’Unesco, vive una ricca fauna montana, tra cui si aggira indisturbato ma sorvegliato l’orso bruno delle Alpi, simbolo del parco.
Quando giunge l’inverno, gli sciatori arrivano per godere dei 50 chilometri di tracciati perfettamente fresati del comprensorio della Paganella. Tra loro, però, forse qualcuno non sa che sulla pista Cacciatori 1 si possono fare andare le lamine anche sotto le stelle, grazie a un’illuminazione notturna che rischiara tutti i suoi 3 chilometri di lunghezza e all’adrenalina. Adrenalina simile a quella che i più ardimentosi provano, in estate, cimentandosi nella ferrata delle Aquile, un nome che prelude e ricorda i passaggi “aerei” e impressionanti del percorso.
Chi non ama inerpicarsi sulle vette e alla velocità delle curve preferisce andamenti e fatiche slow, può calzare scarponcini e mettersi in ascolto della natura lungo la fitta rete di sentieri che si dirama dal paese, oppure può agganciare gli sci di fondo e seguire tracciati immacolati e “magici”, come quello che ricalca il periplo del lago di Andalo, il bacino in prossimità del centro che è carico di acqua in primavera e “fantasma” nella stagione estiva.

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