Roma a colori. Quadraro, Tor Marancia e Torpignattara
Itinerario
Roma a colori. Quadraro, Tor Marancia e Torpignattara
A Roma i murales non si contano più. Il Quadraro, Tor Marancia e Tor Pignattara sono solo alcuni dei quartieri romani a essere stati riqualificati a suon di vernice, pennelli e stencil. Non sono Brooklyn né Kreuzberg, dove tutto cambia alla velocità della luce e nel giro di poco l’arte murale firmata da artisti di fama ha fatto alzare il valore delle case. Sono borgate e periferie romane, dove l’abitudine alla lentezza non è facile da sradicare. Dove forse la street art ancora non basta a far lievitare il costo degli immobili, ma offre vivacità a luoghi marginali, animo e orgoglio d’appartenenza a chi ci vive.
Non può esserci alcun biasimo agli elogi di Roma. Che si pensa grande e invece è immensa. Una passeggiata in un giorno qualunque nella città eterna pone al cospetto di giganti. Culla dell’Impero romano, città dei papi e della dolce vita, di auto blu e cineprese, pini marittimi e rovine di una certa levatura. Difficile fare a meno della visita dei grandi classici: il Colosseo, che vi si para davanti all’uscita della metro, i Fori e il Pantheon, er Cupolone, il romanticismo di Campo de’ Fiori, la Fontana di Trevi di Anita Ekberg e, quando capita, di qualche altro improvvisato bagnante. Però Roma è anche lo spirito indefinibile dei suoi cittadini - che amano visceralmente questa città e non smetteranno mai di sottolineare che è Capitale d’Italia - e i suoi quartieri, tante Roma dentro Roma, ognuna con una propria identità: classica, vintage, romantica o underground. Per uscire dall’Urbe mainstream, si possono andare a scovare alcuni quartieri popolari diventati distretti artistici, aperti all’estro di quei nomi noti che hanno fatto dell’arte urbana il proprio mestiere e il proprio successo. Spingersi oltre, conoscere aree della città spesso inesplorate, camminare per le vie dei rioni e affidarsi magari ai racconti di chi lì ci vive da sempre. Si può fare al Quadraro, a Tor Marancia, a Tor Pignattara, dove la rigenerazione urbana passa anche per la street art, l’arte pubblica e diffusa che calamita gli sguardi per la vivacità dei colori, per la dimensione dell’opera o per il significato provocatorio.